Chiara Catalano è una di quelle donne che possiede la capacità, tipica siciliana, di sovvertire il senso delle cose dandogliene sempre di nuovi senza risultare ripetitiva, noiosa o banale. O almeno così suggerisce la sua moda.
Nata a Palermo, da una famiglia di artisti e scienziati da generazioni, di cui hanno parlato scrittori come Sciascia, Chiara si laurea in architettura ed eredita i tratti di famiglia avviando la sua carriera come curatore della galleria paterna “Arte al Borgo”, e dipinge.
Appassionata da sempre di moda, inizia le sue incursioni brevettando nel 2011 la borsa tastiera Coccodrive che sarà finalista del progetto Samsung.
“Non mi considero stilista, mi piace dire di me che sperimento interventi artistici su capi d’abbigliamento, rigorosamente vintage, con un tratto istintivo, ottimista, primitivo, raw. Uso tessuti come tele, come manifesti dove esprimere e comunicare, chi indossa i miei capi diventa ambasciatore di un messaggio eco sostenibile”
Abbiamo intervistato Chiara Catalano perché, secondo noi, vale la pena conoscere le sue creazioni a metà strada tra slogan ecosostenibili e messaggi pieni di speranza.
I figli d’arte sono soliti a far due cose: inneggiare o rinnegare il nome che portano, tu vieni da una famiglia molto importante. Quanto e come è stato importante avere sulle spalle un peso simile?
Nessun peso, sicuramente molti stimoli. La mia famiglia mi ha dato tanto, creatività, vivacità e uno sviscerato amore per la natura. Non poteva che andare così.
La tua moda spesso sconfina nelle tecniche tipiche dell’arte, come coniughi le due cose?
Tra moda e arte c’è un legame profondo e affascinante. La moda stessa si può definire una forma d’arte. Nei miei capi il rapporto tra moda arte è in continua evoluzione, poiché il filo conduttore di tutto è “Comunicare”
Nel 2011 la tua borsetta ha fatto il giro del mondo, cosa è successo dopo?
Dopo il progetto della borsa tastiera, ho iniziato a sperimentare la pittura su capi d’abbigliamento (vintage o second hand) al posto delle classiche tele, fino ad approdare alla fusione tra moda, arte e comunicazione.
Perchè hai cosi a cuore la salvaguardia del pianeta e dell’ecosostenibilità?
Perché sono cresciuta in una famiglia dove la voce dello zio Elio (biologo marino e scienzato nonché precursore del riciclo urbano in difesa dall’inquinamento del pianeta. ndr) gridava in aiuto dell’ambiente, e dove raccogliere un’arancia era motivo di riflessione e ammirazione della natura che ci circonda.
I tuoi capi sono pezzi unici, dove si possono comprare?
Si possono acquistare a Tokyo da Faye Projecta, a Roma da Carmina Campus di Ilaria Venturini Fendi, e prossimamente On Line sul mio account Instagram